Varāha, l’avatāra cinghiale
Varaha è il terzo avatāra o reincarnazione di Viṣṇu, apparso due volte per salvare Bhumi Devi, la Terra. La prima volta che si incarna è all’inizio della creazione, quando la dea giace nelle profondità dell’oceano Garbhodhaka (che riempie metà dell’universo); la seconda, quando l’opera del terribile asura Hiranyaksa ha sconvolto tanto il suo equilibrio da farla cadere di nuovo nell’oceano Garbhodhaka.
Prima apparizione: Varāha, come cinghiale bianco si manifesta all’inizio della creazione. Quando Brahma diede il compito a suo figlio Svayambhuva Manu (il padre dell’umanità) di generare la discendenza umana, egli vide che la Terra era sommersa nell’oceano di Garbodhaka e dunque chiese a suo padre Brahma di ricuperarla. Non sapendo cosa fare, Brahma si siede a pensare mentre dal suo naso venne fuori un piccolo cinghiale. Inizialmente fu molto soppressò a subito dopo compresse che era una manifestazione di Viṣṇu e dunque si sentì rassicurato del fatto che il Signore avrebbe risolto tutti i suoi problemi.
I saggi che saggi che furono testimoni del sollevamento della terra, glorificarono Varāha come Mahindhrah, “colui che sostiene la terra”.
Seconda apparizione: Varāha, come cinghiale rosso si manifesta per uccidere al demone Hiranyakśa. Demone che insieme a suo fratello gemello Hiranyakashipu, nacquero da Diti. Diti genero i suoi figli insieme a Kasyapa Manu durante il tramonto e questi bambini vennero al mondo durante un eclissi e insieme ad altri catastrofi naturali. Questi eventi annunciano la nascita di due demoni atei.
Hiranyaksa, fratello maggiore, per compiacere il suo fratello più piccolo, che tanto desiderata godere dei piaceri materiali, affronterà durante la sua vita tante guerre contro i governanti con lo scopo di impossessarsi delle loro ricchezze. Queste sue azioni corrispondono infatti con il significato del suo nome: “colui il cui occhio cerca sempre l’oro”. Scavo e scavo così a lungo che fecce perdere l’equilibrio alla terra facendola sprofondare nuovamente nell’immensità dell’oceano Garbhodaka. Questo ha causato scompiglio nell’universo e ha portato alla scomparsa di diverse divinità e creature.
Per ripristinare l’ordine cosmico, il dio Viṣṇu si è incarnato come Varāha, un cinghiale gigante.
Varāha è sceso nelle profondità dell’oceano e ha affrontato il demone Hiraṇyākṣa. Dopo una lunga e feroce battaglia, Varāha è riuscito a sconfiggere il demone e a sollevare la terra dalle acque, ripristinando l’equilibrio nell’universo. Questo atto eroico di Varāha è celebrato nella tradizione induista come un importante evento mitologico che simboleggia la vittoria del bene sul male e il ripristino dell’ordine cosmico.

Varāha e gli āsana
Meditazioni
Non essendoci una corrispondenza diretta tra il nome di questo Avatāra e le posture di Yoga, ti invito a praticare delle posture che possano connetterti con l’elemento Terra. Un esempio potrebbe essere la postura di Śaśāṃkāsana (la postura della lepre).
Inoltre il cinghiale ha un fiuto speciale, sicuramente questa qualità li sarà stata di aiuto per trovare la Terra nelle profonde acque dell’oceano. Fare un lavoro enfatizzando questo senso (olfatto) potrebbe essere, all’interno del primo stadio di Antarmouna, una porta per raggiungere una stato di pace profonda.
Varāha come potettore dell’ordine cosmico, rappresenta la capacità di superare le avversità, interne e esterne. Rappresenta anche una dimensione più elevata della esistenza.
Dunque ti suggerisco di meditare su alcune parole:
Potenza Divina – Elevare – Far sorgere – Piacere nelle sfide – Illuminazione
Un dato curioso: I grandi saggi descrivono che i peli del Suo corpo rappresentino l’erba kuśa, erba pura che viene utilizzata come basse nella postura meditativa.
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